Il ruolo Thrangaren nella società Dryma


Abili cacciatori, esperti esploratori e viaggiatori e in caso di necessità feroci e scaltri combattenti, i Thragaren sono i guardiani del popolo dryma e delle terre del loro popolo. Spesso ago della bilancia nelle contese fra le tribù, sono considerati i più affidabili e onorevoli fra i Dryma, giudici imparziali, votati all'equilibrio fra gli Spiriti e alla difesa del benessere del loro popolo.

Lo Stereotipo Thrangaren


Il Thrangaren tipico è un cacciatore dalle abitudini notturne abitatore di boschi e foreste. Armato di lancia e coltello, silenzioso e rapido, spesso accompagnato da un cane da caccia, sono eccellenti guide e capospedizione, così come ottimi ricognitori e incursori. Onorevole e leale, dedito al dovere verso la tribù e gli spiriti, incarna il "nobile selvaggio", fedele alla parola data e a un rigido codice morale. Grandi camminatori, prediligono muoversi a piedi, seminudi, affrontando le intemperie, la fame e le insidie dei boschi con le sole proprie forze, imitando gli animali che in quei luoghi dimorano. Conoscitori dei boschi, degli astri, che usano per orientarsi al buio e dei comportamenti degli animali, si muovono negli ambienti naturali cercando di non lasciar traccia del loro passaggio, prendendo solo lo stretto indispensabile per sopravvivere e confondendosi con i rumori e gli odori delle foreste.


La Società Thrangaren in generale


I Thrangaren sono una Tribù nomade di cacciatori che vive nel Nord-est del continente di Isylea, riuniti in clan familiari generalmente costituiti da una coppia, denominata "Mentat", e dai loro figli. La parola "Mentat" indica un concetto che potremmo paragonare a quello di famiglia, e aggiungendo il suffisso "en", che nella primitiva grammatica Dryma indica il concetto di appartenza, si ottiene "Mentaten": colui che appartiene al Mentat, ovvero ciascuno dei due coniugi.
Al raggiungimento del 17 anno di età, ogni Thrangaren viene scacciato dal proprio Mentat di appartenenza e abbandonato a sè stesso, alla ricerca di un proprio territorio di caccia e di un\a compagna\o.
All'interno della coppia, così come in tutta la società Dryma, esiste un partiarcato, sebbene dai toni molto poco marcati. Nella coppia la parità di diritti è doveri fra i Mentaten è tradizionalmente assoluta, sebbene nei grossi agglomerati di individui (vedi paragrafo successivo), i vertici gerarchici sono generalmente occupati da individui di sesso maschile.
La vita dei Thrangaren è dominata dalle parole "onore e fedeltà", due concetti che richiamano il carattere "canino" del loro spirito guida e che contraddistingue tutti i loro rapporti interpersonali. Ogni Thrangaren ha un solo partner, al quale è fedele per tutta la vita, e la scelta del quale è un passo che viene generalmente effettuato in età abbastanza avanzata, generalmente non prima dei 22-23 anni. Secondo le credenze Thrangaren l'unione fra un maschio e una femmina sancisce la fusione delle loro componenti spiritiche in una sola, e una parte di essa viene tramandata alla generazione successiva. Questo evento è unico e irripetibile, ed è per questo motivo che l'adulterio è considerato una offesa allo Spirito e la divisione delle coppie impossibile.


Il Branco


Al raggiungimento del 17 anno di età ogni Thrangaren viene allontanato dal proprio nucleo familiare, e inizia a vivere da solo. Coloro che lo desiderano possono chiedere di essere accettati nel Branco, che è Il più grosso agglomerato di Thrangaren esistente. Il Branco è un gruppo di molti individui che di loro iniziativa decidono di riunirsi e condividere lo stesso territorio di caccia, e a questo gruppo va l'onere di sorvegliare e difendere le terre del loro popolo, amministrare giustizia e rendere omaggio agli spiriti e ai luoghi sacri. Anche i Thrangaren che non fanno parte del Branco ne riconoscono in modo incondizionato l'autorità, le leggi e le figure di spicco, e obbediscono agli ordini dei leader e alle eventuali chiamate alle armi. Vivere all'interno del Branco e prestare servizio in esso è una scelta libera, è possibile allontanarsene temporaneamente o restarci a vita, così come è possibile esserne scacciati o esiliati.
La Struttura sociale del Branco ricorda molto quella dei Branchi di lupi.

Al vertice vi è il Capobranco, giudice, leader militare e politico, riunisce in sè il potere decisionale ed esecutivo del Branco tutto.

Ad affincare il Capobranco c'è una seconda figura, che gode della totale fiducia del Capobranco e del quale fa le veci in sua assenza.

Gli "esperti cacciatori" sono il nerbo portante della società Thrangaren, individui capaci ed affidabili, ai quali vengono assegnati compiti in base alle loro inclinazioni e alle necessità del Branco.

Gli altri appartenenti al Branco costituiscono una sorta di "popolazione civile". Adulti senza particolari compiti ai quali è afidata l'educazione dei Cuccioli, il sopperire alle necessità quotidiane del Branco, e in caso di necessità di prendere le armi al seguito dei combattenti più esperti.

Infine, alla base della struttura sociale i sono i cuccioli: individui ancora inesperti ai quali è richiesto di addestrarsi e prepararsi per servire poi il Branco in base alle proprie capacità.


Mentalità Thragaren


Fedeltà e Onore
Tutta la vita dei Thrangaren è regolata dalle parole Fedeltà e Onore, indirizzate prima di tutto agli Spiriti, poi al Branco e al popolo Dryma. Tutti i Thrangaren, dall'ultimo giunto nel Branco fino al Capobranco hanno un profondo rispetto delle gerarchie e delle regole della loro comunità, che interpretano come espressione tangibile della loro cultura. Come "guardiani" del loro popolo sono orgogliosi e protettivi nei confronti delle loro tradizioni, ma disposti a "innovare" nel caso in cui, il mutamento delle condizioni, renda necessario adattarsi agli eventi.
L'onore, oltre che un significato astratto, assume sfumature ben concrete nella vita di tutti i giorni, si traduce in un fervente rispetto delle leggi e della parola data, e una spiccata avversione verso la menzogna, ritenuta una pesante offesa allo Spirito stesso. I Thrangaren rispettano oltre ai propri fratelli e cugini, anche la preda, alla quale donano sepoltura e che non cercano se non per sopperire alle proprie necessità vitali, e ai propri avversari in guerra, non infierendo sul nemico sconfitto, ed evitando scabrose mutilazioni tipiche di altri popoli. Sfruttare le abilità di sotterfugio nella caccia o in guerra, per i Thrangaren non è disonore, poichè è visto come un confronto leale, in cui l'abilità a celarsi e sorprendere del cacciatore si misura con la capacità di fiutare il pericolo da parte della preda.Tuttavia, nonostante questo, il popolo del Segugio è fiero della propria tradizione di lealtà e rispetto anche in guerra, e sebbene persuasi che l'inganno, sul campo di battaglia così come nella caccia, sia una arma legittima, aggrediscono solo avversari ben consapevoli della loro ostilità, riproducendo nella guerra l'eterno, dichiarato, conflitto fra la preda e il predatore.
La fedeltà a sua volta assume contorni ben marcati nella vita quotidiana, a volte anche in modo estremamente rigido e rigoroso. I rapporti interpersonali in particolar modo sono regolati in tutte le loro forme dalla fedeltà; i rapporti di amicizia sono considerati "sacri", e raramente una amicizia nata fra thrangaren verrà tradita o delusa, e i rapporti di coppia sono improntati alla fedeltà più assoluta: ogni Thrangaren ha un solo partner per tutta la vita, e scelto quello non ve ne saranno altri. In caso di forzato allontanamento dei due partner (per morte definitiva o altro) entrambi resteranno fedeli l'uno all'altro, in attesa di ricongiungere le loro essenze spiritiche dopo la morte. E' anche questo uno dei motivi per cui le scelte sul partner sono estremamente ben ponderate e avvengono generalmente in età matura e dopo un lunga frequentazione fra i due.

Territorialità e proprietà privata
"I monti e le foreste erano gia vecchi quando i nostri padri erano giovani, e saranno giovani quando i nostri figli saranno vecchi. Come si può pretendere di possedere monti e foreste?" Questa frase riassume efficacemente il pensiero Thrangaren sulla territorialità. Per i Thrangaren la terra è di tutti, e non si ritengono padroni di nulla, ma tuttavia si sentono in diritto di viaggiare, esplorare e cacciare ovunque, diritto che difendono con veemenza e ferocia. Come "guardiani" del popolo Dryma, sebbene non considerandosene padroni, sorvegliano gelosamente le terre dove vive il loro popolo, persuasi che la difesa di quelle terre serva a conservare la libertà e il benessere della loro gente. I Thrangaren prendono alla terra solo quello che ritengono necessario, aborrendo gli sprechi e lo sfruttamento indiscriminato delle foreste. Sebbene dunque poco territoriali, la loro vocazione di "guardiani" li spinge a difendere gelosamete i luoghi che considerano sacri agli spiriti, dimostrandosi tuttavia ospitali con chi quei luoghi li onora e ne rispetta le regole.
Il concetto invece di proprietà è per un Thrangaren molto ristretto. Si riferisce generalmente alle armi e ai vestiti che si portano addosso, a pochi indumenti "cerimoniali" di ricambio e a qualche altro, scarso, oggetto indispensabile alla sopravvivenza. I Thrangaren non accumulano armi, vestiti e scorte, imitando nel loro stile di vita i predatori delle foreste. Chi ne ha diritto, all'interno del Branco, è tuttavia geloso della sua tenda, la sua tana, più per la sua funzione di luogo riservato e tranquillo che per gli oggetti contenuti. Nella propria tana ogni thrangaren conserva poche cose: una o due armi di scorta, qualche pezzo di pelle, qualche strumento per i lavori manuali e ovviamente gli indumenti cerimoniali. Il principio che seguono è che in qualunque momento devono essere pronti a raccogliere le proprie cose e migrare verso nuovi territori di caccia, in pieno accordo con la tradizione nomade del loro popolo.

La caccia secondo i Thrangaren
I Thrangaren sono un popolo di cacciatori, pertanto la predazione è una attività praticata da tutti. Essa assume tuttavia svariate accezioni, che coinvolgono la vita di tutto il Branco. In accordo con la mistica Thrangaren la predazione è un atto che contribuisce all'equilibrio di ciò che esiste, permettendo agli spiriti di mutare forma e alla loro essenza di trasmettersi ad altro. Secondo la spiritualità Thrangaren ogni cosa, animata o inanimata è pervasa di una "essenza spiritica" , che attraverso continue trasformazioni muta e dà origine ai vari "spiriti" che animano tutto ciò che esiste. Queste continue trasformazioni vengono chiamate "l'eterna danza degli spiriti", e avvengono grazie all'intervento di due forze, una distruttrice, predatoria e attiva e una creatrice, passiva e preda. L'equilibrio fra queste due forze, che pervadono tutto ciò che è, consente a tutto ciò che esiste di continuare a essere, e solo fino a che queste due forze resteranno in equilibrio il mondo conserverà la sua forza vitale. In questa ottica i Thrangaren, predatori, si considerano espressione dell'aspetto distruttivo della natura, ma sono altresì consapevoli che a permettere la loro esistenza è anche la presenza in loro di una parte "predata", e accettano così l'ineluttabilità della sofferenza e del pericolo della caccia, in cui predatore e preda spesso si scambiano di ruolo, richiamando nella loro lotta l'eterna "danza degli spiriti".

La predazione
La ricerca e l'uccisione di animali è la principale fonte di sostentamento per i Thrangaren, e questa attività, praticata da tutti, è stata via via affinata fino a trasformarla in una arte con connotati sacri, rappresentando per i Thrangaren il "motivo" della loro esistenza. Sebbene tutti vi si dedichino, alcuni membri del Branco, i "cacciatori notturni", sono gli specialisti di questa arte, che affinano oltre alla tecnica di caccia anche la conoscenza dei luoghi, degli ambienti e dei periodi dove praticare la caccia a ogni tipo di animale, nonchè la conoscenza delle vie per arrivarvi.

La ricerca di luoghi ed eventi
Oltre all'uccisione di prede la "caccia" per un Thrangaren ha significato anche in quanto a ricerca ed eplorazione. La conoscenza di luoghi e sentieri, foreste, valli, passi montani e guadi è per un Thrangaren motivo di vanto e orgoglio quanto e a volte anche più rispetto all'uccisione di una grossa preda. La capacità di spostarsi per lunghe distanze e arrivare in luoghi remoti, rintracciando posti, persone e fatti, è uno dei compiti principali dei Figli del Segugio, che tramite questa capacità assicurano la sorveglianza delle terre dryma e la conoscenza diretta di tutto quello che avviene nel continente. Questa attività è appannaggio quasi esclusivo dei "cacciatori notturni", i cacciatori in perenne movimento dentro e fuori le terre Dryma.

La guerra
Combattere contro altri esseri umanoidi è per i Thrangaren una altra forma che assume la caccia, e a essa si approcciano seguendo le medesime tecniche usate per predare animali, opportunamente adattate. Le battaglie, la guerra, sono per loro delle battute di caccia in cui la preda è costituita dai nemici della loro gente. Gli specialisti in questo compito (al quale tutti possono essere chiamati) sono i Guardiani della Notte, che svolgono la duplice funzione di sorveglianti degli accampamenti e dei lluoghi sacri e di condottieri e comandanti in battaglia.

La divinazione e la cura
Questa particolare sfumatura della caccia è appannaggio esclusivo degli sciamani. Nella medicina rituale (sciamanica) Thrangaren ogni male è dovuto a una influenza negativa o a una perdita di essenza spiritica del malato. Lo sciamano esegue dunque una ricerca, una "caccia" su un piano immateriale dominato e costituito da essenze spiritiche, per eliminare, "predare" le influenze negative o cercare la forza perduta e ricondurla al malato, restituendogli così la salute. Gli sciamani con grande esperienza sanno inoltre leggere le "tracce" lasciate dagli spiriti nella loro eterna danza, e riescono così a eseguire ricerce in luoghi lontani nello spazio e nel tempo, tramite sensazioni percepite come un fiuto e un udito sovrannaturale, che riesce a seguire piste impalpabili ai comuni sensi.


Livelli clan

Liv.9 - Cucciolo Sono i nuovi arrivati nel Branco. Non hanno alcun ruolo, e sono tenuti ad apprendere dagli adulti del Branco le "vie del Segugio", in attesa di essere accettati come adulti. Vivono in un accampamento a loro dedicato, ed è concesso loro allenarsi solo con la supervisione di un adulto che provvede ad insegnar loro ad adoperare la lancia il pugnale e l'arpione. La crescita del cucciolo avviene per gradi, tramite lezioni teoriche e pratiche e l'assegnazione di obbiettivi (etc).
Normalmente ai cuccioli non è permesso di partecipare alle spedizioni del Branco, e alle riunioni intervengono solo se interpellati direttamente.
Liv.8 - Segugio Sono la "popolazione civile" del Branco. Adulti senza un ruolo specifico, a cui viene di norma affidata l'educazione dei cuccioli e l'adempimento delle necessità quotidiane della comunità. Sovente si uniscono alle spedizioni del Branco, aggregandosi alle squadre di caccia o alle bande di guerra, e rispondono alla chiamata alle armi quando il Branco è in pericolo.

Gli esperti cacciatori.
I ruoli che seguono venono assegnati ai giocatori che dimostrano impegno interpretativo, presenza e partecipazione alla vita del Clan, nonchè una buona affidabilità. L'azianità del Pg e le skill hanno poca importanza, mentre si tende a prediligere la presenza sul client e sul forum e la capacità di giocare in modo costruttivo nel clan.
Liv.7 - Cacciatore Notturno E' il Thrangaren tipico. Il Cacciatore Notturno è un esploratore e un ricognitore, impegnato a sorvegliare i limiti estremi dei territori Dryma, guidare spedizioni e ricerche in terre lontane e coordinare i Segugi nelle grosse cacce di gruppo.In battaglia si rivela molto versatile: generalmente ricopre il ruolo di sentinella, avanguardia, e ricognitore, ma può far sentire il suo peso anche nel cuore della mischia. Per i cacciatori notturni la caccia assume altre al significato della predazione pura anche l'accezione di ricerca, di luoghi ed eventi. Silenziosi e veloci, sono gli occhi e le orecchie del Branco, amano confondersi con i rumori le ombre e le forme delle foreste e degli animali che le abitano, alla ricerca di modi sempre più efficaci per sparire in essa, moversi e cacciare senza lasciare traccia.
I cacciatori notturni agiscono in "squadre di caccia" di tre individui, con a capo di ciascuna squadra un capocaccia.
I capocaccia siedono nel "consiglio degli anziani".
Liv.6 - Guardiano della Notte I guardiani della notte sono dei guerrieri mistici, i "cani da guardia" votati alla difesa del Branco fino alle estreme conseguenze. Il compito dei guardiani della notte è di difendere l'accampamento il Branco e i luoghi sacri, per questo difficilmente si allontanano dal Campo, se non al seguito delle grosse spedizioni del Branco. In perido di pace mantengono l'ordine, fanno da scorta ai membri più in vista del Branco, o si uniscono alle spedizioni per aggiungere man forte nell'affrontare aventuali nemici. In battaglia si rivelano degli ottimi incursori, amando tattiche di battaglia "alternative", basate su rapidi assalti preferibilmente notturni, rapide ritirate e azioni di "guerriglia" contro le forze nemiche. Tuttavia, grazie alla versatilità cui giungono grazie al duro addestramento, possono essere impiegati con successo anche nelle mischie, dove sono in grado di far sentire tutta la loro letale efficacia.
I guardiani della notte amano definirsi i "cacciatori di Khenamen" e si accostano alla guerra e alla battaglia come a una battuta di caccia, in cui hanno l'onori di affrontare la più scaltra e pericolosa delle prede: i nemici giurati della loro gente.
I guardiani della notte sono organizzati in gruppi di tre individui, ciascuno con a capo un "veterano".
I veterani siedono nel Cosiglio degli Anziani.
Liv.5 - Artigiano Gli artigiani sono membri molto rispettati della comunità, grazie al loro prezioso contribuito nel fornire le armi migliori e nel mantenere vivo e solido il campo dove la tribù è accampata. L'artigiano si occupa principalmente di fornire le armi e gli oggetti rituali, costruiti seguendo processi e gesti antichi che si tramandano di generazione in generazione, e la cui origine viene fatta risalire agli Antichi. Compito degli artigiani è altresì occuparsi del buono stato delle tende e degli accampamenti, e istruire i giovani su come costruirsi e cucirsi ciò che gli è indispensabile per sopravvivere. Ogni artigiano vive la caccia non solo come predazione, alla quale si dedica per sopravvivre e per onorare il Segugio, ma anche e sopratutto come ricerca di materiali e conoscenza, da trovarsi nelle foreste così come nelle memorie e nelle parole dei membri del Branco. Gli artigiani tramandano storie e leggende del loro popolo, spesso seguono i cuccioli, e sovente assistono gli sciamani nella ricerca delle componenti materiali indispensabili ai loro compiti, e si rendono indispensabli in tutti quei riti in cui componenti materiali fanno da tramite fra i Dryma e i loro spiriti guida.
L'artigiano più anziano fa parte del Consiglio degli Anziani.
Liv.4 - Sciamano Gli sciamani sono il tramite fra gli Spiriti e il Branco. Membri estremamente importanti della comunità, la maturazione di un nuovo "parla-spiriti" è considerato un buon auspicio e un momento di grande gioia per tutta la comunità. Agli sciamani è affidata la cura della salute fisica del Branco, nonchè il tramandarsi delle conoscenze sugli spiriti e sulle tradizioni del Branco.L'opinione di uno sciamano è tenuta in altissima considerazione nella tribù, e quando esse sono ispirate dalle parole degli spiriti viene ritenuta legge indiscutibile. Gli sciamani sono custodi delle conoscenze del Branco, e la loro formazione segue quattro fasi, che sono rispettivamente i quattro aspetti che per i Thragaren assume la caccia: la predazione, la guerra, la divinazione e la guarigione. Per uno sciamano la caccia assume sfumature sovrannaturali maggiori rispetto agli altri Thrangaren, attività che si svolge nel mondo interiore e impalbabile degli spiriti e nel tempo, scrutando nelle parole dei racconti del passato e nel moto degli astri che predicono il futuro, seguendo piste lontane nello spazio e nel tempo.
Gli sciamani fanno parte del consiglio degli anziani

I ruoli che seguono prevedono un solo personaggio per ruolo, essendo ruoli di altissima responsabilità e prestigio. Si aspira a questi ruoli solo dopo una adeguata permanenza nel clan, dopo aver dimostrato una buona capacità interpretativa e molta disponibilità a rendersi responsabili e a coordinare il gioco della tribù.
Liv.3 - Voce di Thrangar La voce di Thrangar è il sommo sciamano, l'intermediario principale fra il Branco e Thrangar. La voce di Thrangar è il più stretto consigliere del Capobranco, e la sua voce e le sue opinioni vengono sempre ponderate con estrema attenzione e tenute in altissima considerazione. La voce di Thrangar istruisce gli altri sciamani, segue il branco offrendo il suo prezioso contributo tramite i rituali che richiamano la forza degli spiriti, conduce le ritualità più importanti e soprattutto interroga gli spiriti, parlando direttamente con il Segugio o eseguendo le divinazioni più potenti ed efficaci. Accogliere dentro di sè la forza e la voce degli spiriti richiede un grande sforzo spirituale e fisico, traguardo a cui uno sciamano arriva solo dopo un lungo e duro periodo di preparazione.
La voce di Thrangar fa parte del consiglio degli anziani.
Liv.2 - Zanna\Artiglio di Thrangar La Zanna e l'Artiglio sono rispettivamente il più abile fra i guardiani e il più abile fra i cacciatori, e uno dei due viene scelto come Capobranco. La tradizione vuole che al vertice della tribù vi sia sempre una di queste due figure, scelta dagli anziani in base alle esigenze del Branco, mentre l'altro diviene il suo più stretto collaboratore, un individuo che gode della sua fiducia e che parla in sua vece. Fino a che fra zanna e artiglio vi sarà accordo il Branco prospererà, e sarà altresì segno di sventura l'inimiciazia fra queste due importanti figure del Branco.
L'artiglio di Thrangar
Il cacciatore più abile, conoscitore di luoghi lontani e piste remote e nascoste, l'artiglio di Thrangar è un predatore solitario, immerso al punto nell'estasi della predazione che la sua parte umana cede via via il posto agli istinti animali che governano l'attività della predazione. Stimato e ammirato, essere istruito alla caccia da un artiglio è considerato un onore immenso, e essere guidati da lui una garanzia del successo. Rapido, silenzioso e affidabile, l'artiglio di Thrangar è solito sparire nel folto delle foreste anche per lungo tempo, ricomparendo ogni qual volta il Branco necessita della sua presenza. Raramente un artiglio collabora alle cacce di gruppo, appannaggio dei capicaccia, preferendo lo scontro individuale con la preda, alla ricerca di stili sempre più perfetti, nella tensione di divenire il cacciatore assoluto.
La Zanna di Thrangar
Le zanne di Thrangar non sono semplicemente i guerrieri esperti della tribù, ma guerrieri scelti dallo spirito stesso per la loro forza e per la fede incondizionata. Sono una sorta di guerrieri sacri che dedicano la loro vita all'unico scopo di difendere il branco e gli sciamani. In battaglia le Zanne di Thrangar assumono un atteggiamento mistico, si chiudono in un mutismo quasi assoluto, interrotto solo da versi e ululati, e movenze selvagge e ferali. Si preparano agli scontri cruenti e alla guerra con un lungo rito, attraverso il quale cercano di percepire l’essenza del Segugio, ispirandosi a lui affinché guidi i loro movimenti e li protegga. In periodo di pace la Zanna ha come funzione principale quella di fungere dal "guardia del corpo" della voce di Thrangar, e di condurre il battaglia il suo popolo in caso di guerra, assumendo il ruolo di condottiero sul campo.
Liv.1 - Capobranco Per tradizione il Capobranco è sempre una Zanna o un Artiglio, che nel momento in cui viene incaricato dagli anziani di assumere la guida del Branco lascia le sue precedenti mansioni, conservando tuttavia i simboli e gli indumenti cerimoniali del suo status di guardiano o cacciatore.
Il Capobranco è espressione della volontà di tutta la tribù, il giudice delle dispute, colui che assicura il benessere e la giustizia, mettendo la sua forza e le sue capacità a disposizione di tutti i fratelli. Ammirato, rispettato e in alcuni casi temuto, è la guida e il punto di riferimento per tutto il Branco. Un Capobranco deve godere del benvolere di Thrangar, del quale è considerato una sorta di "figlio prediletto", che mette le capacità che gli Spiriti gli hanno concesso al servizio degli altri. La parola del Capobranco è insindacabile, la sua volontà legge indiscussa, la sua figura nel Branco è contemporaneamente quella di un padre premuroso e di un giudice severo e giusto.